Asilo Infantile De Medici
L’asilo infantile di Bellinzago Novarese rappresenta, nel contesto territoriale della provincia, una delle testimonianze più interessanti dell’opera dell’architetto Alessandro Antonelli, che vi si dedicò in età ormai avanzata, carico di esperienze e di onori.
In questa fase egli preferì sviluppare una sintesi delle tecniche costruttive da lui usate in passato con nuovi modi espressivi; questa scelta lo portò lontano dai canoni a lui più congeniali, a favore però di una misura che ormai si rivelava come autonoma, segno distintivo di una personalità ormai affermata.
L’ideazione dell’asilo, si deve alla precisa volontà dell’avvocato Gabriele De Medici, bellinzaghese di nascita ma novarese di adozione.
Questi, nel suo testamento datato 2 maggio 1859, scrive che: «Volendo disporre delle mie sostanze per atto di ultima volontà, ordino […] che venga istituito nel paese di Bellinzago un Asilo Infantile». Questo documento può essere considerato l’atto di nascita dell’istituzione, anche se dovranno passare 17 anni prima che l’edificio venga inaugurato ufficialmente, il 28 maggio 1876. Nello stesso testamento viene specificato che l’asilo dovrà portare il nome del fondatore ed essere aperto entro quattro anni dalla cessazione dell’usufrutto delle sostanze, lasciato a Donna Marietta D’Adda, moglie di De Medici, ed alla sorella di questi, Diamanta.
Poiché i quattro anni vennero considerati un tempo ristretto per portare a termine tale impresa, ancora prima della morte di Donna Marietta (1872), si procedette alla scelta dell’area dove fabbricare, avvalendosi della consulenza dell’architetto Antonelli. Allo stesso venne chiesto il progetto per la fabbrica.
L’Antonelli era molto conosciuto a Bellinzago in quanto aveva già progettato la chiesa parrocchiale, inaugurata circa 30 anni prima. La sua opera era quindi ritenuta di notevole importanza e il legame che aveva con il paese lo spinse addirittura a fornire il disegno gratuitamente. Tra l’altro, fu tra i primi a progettare un edificio specificatamente destinato a fini educativi per fanciulli in età prescolare che, salvo poche varianti, ancora oggi adempie perfettamente a questo scopo.
Tutto l’organismo esprime una spazialità razionale, distribuita in ogni settore in maniera funzionale. In questa fase Antonelli evita i riferimenti stilistici formali, a tutto vantaggio di un’espressione sobria ed originale.
Il progetto fu approvato nel 1873 e, dopo qualche difficoltà di tipo economico, si iniziarono i lavori. Tutta la popolazione, memore di quanto fatto in precedenza per la parrocchiale, prestò gratuitamente la propria opera nei giorni di festa; per questo venne concessa l’autorizzazione del vescovo di Novara. I bellinzaghesi concorrevano al trasporto dei materiali e a mano d’opera relativa.
L’attività procedette alacremente e il 28 maggio 1876 ci fu la solenne inaugurazione, in una data ritenuta favorevole in quanto si celebrava il settimo centenario della vittoria nella battaglia di Legnano (28 maggio 1176), che aveva siglato la conquista della libertà da parte dei comuni.
La giornata fu un successo, se è vero che su La vedetta del 3 giugno si legge che “la festa riuscì bella oltre ogni aspettazione”. Le autorità giunsero in paese verso le nove del mattino e furono accompagnate in Municipio, dopo essere state accolte dagli spari di otto piccoli cannoni posizionati sulla collina. Dopo la messa solenne e i discorsi ufficiali, ci fu l’esibizione ginnica dei bimbi dell’asilo e poi il pranzo, offerto dall’allora sindaco Francesco Vandoni. La giornata, dopo altri momenti conviviali, si chiuse in tarda serata con l’ascensione di due palloni aerostatici, creati e manovrati dal maestro Apostolo.
La cura dei bambini venne affidata alle Suore figlie di S. Anna, ordine fondato in quegli anni dalla Beata Suora Rosa Gattorno; ancora oggi, oltre che a personale laico, nell’asilo vi sono le suore di quest’ordine.
In questa fase egli preferì sviluppare una sintesi delle tecniche costruttive da lui usate in passato con nuovi modi espressivi; questa scelta lo portò lontano dai canoni a lui più congeniali, a favore però di una misura che ormai si rivelava come autonoma, segno distintivo di una personalità ormai affermata.
L’ideazione dell’asilo, si deve alla precisa volontà dell’avvocato Gabriele De Medici, bellinzaghese di nascita ma novarese di adozione.
Questi, nel suo testamento datato 2 maggio 1859, scrive che: «Volendo disporre delle mie sostanze per atto di ultima volontà, ordino […] che venga istituito nel paese di Bellinzago un Asilo Infantile». Questo documento può essere considerato l’atto di nascita dell’istituzione, anche se dovranno passare 17 anni prima che l’edificio venga inaugurato ufficialmente, il 28 maggio 1876. Nello stesso testamento viene specificato che l’asilo dovrà portare il nome del fondatore ed essere aperto entro quattro anni dalla cessazione dell’usufrutto delle sostanze, lasciato a Donna Marietta D’Adda, moglie di De Medici, ed alla sorella di questi, Diamanta.
Poiché i quattro anni vennero considerati un tempo ristretto per portare a termine tale impresa, ancora prima della morte di Donna Marietta (1872), si procedette alla scelta dell’area dove fabbricare, avvalendosi della consulenza dell’architetto Antonelli. Allo stesso venne chiesto il progetto per la fabbrica.
L’Antonelli era molto conosciuto a Bellinzago in quanto aveva già progettato la chiesa parrocchiale, inaugurata circa 30 anni prima. La sua opera era quindi ritenuta di notevole importanza e il legame che aveva con il paese lo spinse addirittura a fornire il disegno gratuitamente. Tra l’altro, fu tra i primi a progettare un edificio specificatamente destinato a fini educativi per fanciulli in età prescolare che, salvo poche varianti, ancora oggi adempie perfettamente a questo scopo.
Tutto l’organismo esprime una spazialità razionale, distribuita in ogni settore in maniera funzionale. In questa fase Antonelli evita i riferimenti stilistici formali, a tutto vantaggio di un’espressione sobria ed originale.
Il progetto fu approvato nel 1873 e, dopo qualche difficoltà di tipo economico, si iniziarono i lavori. Tutta la popolazione, memore di quanto fatto in precedenza per la parrocchiale, prestò gratuitamente la propria opera nei giorni di festa; per questo venne concessa l’autorizzazione del vescovo di Novara. I bellinzaghesi concorrevano al trasporto dei materiali e a mano d’opera relativa.
L’attività procedette alacremente e il 28 maggio 1876 ci fu la solenne inaugurazione, in una data ritenuta favorevole in quanto si celebrava il settimo centenario della vittoria nella battaglia di Legnano (28 maggio 1176), che aveva siglato la conquista della libertà da parte dei comuni.
La giornata fu un successo, se è vero che su La vedetta del 3 giugno si legge che “la festa riuscì bella oltre ogni aspettazione”. Le autorità giunsero in paese verso le nove del mattino e furono accompagnate in Municipio, dopo essere state accolte dagli spari di otto piccoli cannoni posizionati sulla collina. Dopo la messa solenne e i discorsi ufficiali, ci fu l’esibizione ginnica dei bimbi dell’asilo e poi il pranzo, offerto dall’allora sindaco Francesco Vandoni. La giornata, dopo altri momenti conviviali, si chiuse in tarda serata con l’ascensione di due palloni aerostatici, creati e manovrati dal maestro Apostolo.
La cura dei bambini venne affidata alle Suore figlie di S. Anna, ordine fondato in quegli anni dalla Beata Suora Rosa Gattorno; ancora oggi, oltre che a personale laico, nell’asilo vi sono le suore di quest’ordine.