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Tenuta Torre di Gargarengo

NomeDescrizione
IndirizzoIn località Gargarengo, a sinistra della roggia Busca
VICOLUNGO (NO)
A condurci alla Tenuta Torre di Gargarengo è una comoda strada fiancheggiata alla sua destra da un lungo filare di pioppi cipressina e alla sinistra dalla roggia Busca, con le sue acque che corrono veloci.
Gargarengo è una località di antica data, situata nel Comune di Vicolungo, che viene già ricordata come vicus in una pergamena del 934.
Da documenti conservati presso l’Archivio della Canonica di Santa Maria veniamo a sapere che Gargarengo era un’azienda agricola o manso nel XII secolo e qui si coltivava segale, miglio, panico, ma si allevavano anche animali da cortile, ad esempio i capponi.
Attraverso i versamenti dei censi da parte dei fittuari ai canonici si conoscono i tempi delle semine e dei raccolti e si conclude che era in atto “un sistema di rotazione triennale con semine autunnali e primaverili, mentre una parte della terra era lasciata ogni due anni incolta per il necessario riposo” (G.C. Andenna, Andar per castelli. Da Novara tutto intorno).
In occasione della guerra tra il Marchese del Monferrato ed i Visconti nel 1362 sappiamo che la località fu risparmiata per ordine di Galeazzo II e, come cita l’Azario nelle sue “Cronache”, Gargarengo viene nominata per la prima volta come “castello”.
Il feudo ed il castello verso la fine del Cinquecento passarono alla Famiglia Caccia; nel 1666 il feudo fu devoluto allo Stato spagnolo. Passò alla Famiglia Bellini nel Settecento; nella metà del Novecento passò ad una società facente capo alla Banca Popolare di Novara; dal 1997 diventa Tenuta Torre, proprietà privata.
E’ una tenuta ben ristrutturata. Conserva ancora in parte i tratti dell’antico castello, al piano terreno dell’ala residenziale si apre un elegante portico a sei campate, ad archi ribassati sostenuti da colonne in serizzo e coperto da volte a crociera. Vi è una chiesa settecentesca, un piccolo cimitero, una ghiacciaia con pareti e volta in mattoni, sepolta dalla terra con cancello in ferro battuto, la ruota del mulino con parte degli antichi ingranaggi e ciò che resta di una pila del riso in granito.
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