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Itinerario Rosso

NomeDescrizione

Descrizione

1. Partenza: Piazza Vittorio Emanuele III
E’ la piazza principale, intorno alla quale si estende il paese, con il monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale di Landiona. Da
qui sono visibili i resti del castello, edificato intorno al 1280 da Paolo Caccia; esso mantiene ancora identificabile parte della sua architettura medievale, sottolineata da una torre d'accesso quadrata sovrastata da un loggiato, le cui aggraziate proporzioni non sono state diminuite dai numerosi restauri succedutisi negli anni. Anzi, essa è divenuta il simbolo di Landiona, infatti costituisce la parte centrale dello stemma municipale odierno. A lato il palazzo Porta, già proprietà
del benefattore Don Costanzo Porta che lasciò un fondo
all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, un tempo destinato ad azienda agricola con locali adibiti a casa di campagna per la famiglia nobiliare.

2. Testa della fontana Ceresa
La fontana si trova a sud dell'abitato del paese e dà il nome a questa regione in prossimità di una strada interpoderale che conduce all’oratorio romanico di Santa Maria dei Campi. La testa del fontanile è ampia, con profonde sponde, ricoperte da rovi e con alberi d’alto fusto; vi è una significativa presenza di piante acquatiche e nella testa non sono visibili occhi di uscita dell'acqua che pare profonda.

3. Asta della fontana Ceresa
L'asta, il cui livello dell'acqua è costante, prosegue a sud fino al Cavone alimentato dalle acque di tutte le fontane della parte settentrionale del paese e, a sua volta, alimenterà la roggia Bolgora. La presenza di tutti questi fontanili normalmente attivi è prova del fatto che nella zona permane un sostanziale equilibrio tra alimentazione e sfruttamento delle risorse idriche sotterranee. I fontanili rivestono aspetti di notevole interesse agricolo, naturalistico e storico-culturale e rappresentano ancora una realtà che caratterizza e struttura il paesaggio
della pianura irrigua, per questo vanno protetti, conservati e
valorizzati.

4. Oratorio di Santa Maria dei Campi
Situato ai margini del paese, lungo la strada che conduce a Vicolungo, l’oratorio campestre risale al XII secolo. Nel 1493 venne riedificato per volontà di Bartolomeo de Lunseratio, donandogli l’aspetto che noi oggi conosciamo. All’interno un ciclo di affreschi cinquecenteschi attribuiti a Bartolonus da Novara, con scene della Passione di Cristo, figure di Santi e in controfacciata un San Rocco con la Madonna del Latte commissionato da Antonius de Barberis alla bottega dei Cagnola. Originale la cupola a forma di turbante che sovrasta il piccolo campanile.

5. Vecchio Mulino, presso Cascina Baraggiola
Il mulino è aggregato alla Cascina Baraggiola e non è più funzionante. Deriva acque da tutte le fontane della parte nord del paese (la Morina, la Pennina, la Vioia, la Malpaga e la Buglia) e quelle provenienti da oltre l'autostrada (delle Oche e la Mora). Tutte le acque infine si buttano nel Cavone dove incontrano le acque della Ceresa e infine convogliano nella roggia Bolgora. Il mulino è testimonianza storica dell'importanza che queste strutture a conduzione familiare
hanno avuto per la vita di intere generazioni contadine. Il
mulino era indice di ricchezza e benessere, nonché di controllo e dominio sulle acque del territorio; spesso era centro di aggregazione e il mugnaio risultava una figura imprescindibile nell'economia del territorio.

6. Ponte su confluenza con fontana Vioia
In questo punto, alle acque presenti nel canale (Morina, Pennina, Malpaga, Buglia) si aggiungono quelle della Vioia. Il canale prosegue poi in direzione sud-est fino a raggiungere e a raccogliere anche le acque della fontana Mora che alimentava il Mulino Vecchio presso la Cascina Baraggiola. Tutti questi fontanili sono il risultato non solo di una ricchissima
falda freatica, ma anche dell’irrigazione dei campi: infatti con i
fontanili si riesce a recuperare e riutilizzare l’acqua irrigua.

7. Arrivo: ponte sulla confluenza delle fontane
Oltre alle acque della Morina e della Pennina (finora raccolte dal cavo dell'Orario), in questo punto confluiscono anche quelle delle fontane Malpaga e Buglia e, proseguendo il percorso, incontrano le acque della fontana Vioia. E’ importante sottolineare come tutte queste risorse idriche siano state organizzate, gestite ed incrementate nei secoli in modo sempre esemplare, e come questo complesso sistema di rogge e di canali adduttori abbia consentito l’incessante sviluppo dell’agricoltura irrigua del novarese.
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