Oratorio della Santissima Trinità
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Strada Regionale n.229
MOMO (NO) |
Web | https://comune.momo.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-della-santissima-trinita-sec-xi- |
L'Oratorio della Santissima Trinità, alla periferia nord di Momo, sorge a lato di un itinerario antico di notevole importanza storica, la strada che da Novara si dirige al Lago d'Orta e, di là, oltralpe attraverso la Val d'Ossola e il valico del Sempione.
A sud di Novara, inoltre, questa strada scende attraverso Mortara e la Lomellina, per raggiungere la Liguria.
Gli statuti del XIII secolo chiamano questo itinerario col nome di Via Francisca, ossia strada di Francia, mentre il notaio e cronista novarese Pietro Azario nella seconda metà del Trecento lo chiama Camino Francischo: era infatti uno dei percorsi che dalla pianura padana permettevano di raggiungere i passi alpini e di portarsi nelle terre del regno di Francia.
L'itinerario era già un importante e frequentato in età antica, come dimostrano le numerose testimonianze di epoca romana costituite da un gruppo di cippi e di are provenienti dall'area di San Genesio a Suno.
L'origine dell'Oratorio della Santissima Trinità, secondo le indagini degli storici dell'architettura, si colloca verso la metà del XI secolo e si suppone legata alla necessità di offrire un punto di sosta e di assistenza a chi percorreva la Via Francisca come viandante, mercante o pellegrino. Con la datazione proposta si accorda anche quanto si sa della diffusione del culto alla Santissima Trinità, che fu promosso soprattutto a partire dai secoli X e XI per opera dei monaci benedettini di Cluny; a questo proposito, si ricorda che a breve distanza da qui, nelle vicinanze di Cavaglietto, fu istituito verso il 1090 il monastero femminile delle benedettine cluniacensi, dipendenti dal priore del monastero di Castelletto Cervo nel Biellese. Del primitivo Oratorio, probabilmente ad una sola navata, rimangono alcune parti murarie nell'abside e il fusto del massiccio campanile, forse utilizzato in passato anche come torre di avvistamento.
La prima menzione dell'Oratorio in documenti scritti è piuttosto tardiva: lo si trova citato come possessore di bene fondiari nel 1347. Nel corso del XV secolo l'edificio fu sottoposto a interventi che portarono alla costruzione di due archi trasversi ogivali interni che suddividono l'unica navata in tre campate. Agli inizi del '500 fu invece edificata la piccola cappella aperta, rivolta verso la Via Francisca in moda da essere visibile anche da chi percorreva la strada.
Varie testimonianze informano del grande richiamo che aveva in passato la festa annuale della Santissima Trinità, celebrata nella domenica successiva alla Pentecoste.
La partecipazione di persone provenienti da tutti i paesi dei dintorni, la presenza di venditori ambulanti di tessuti, attrezzi da lavoro e animali da cortile, con l'immancabile allestimento di mescite di vino, poteva anche essere motivo per qualche disordine, come accadde nel 1768 quando il vescovo Marc'Aurelio Balbis Bertone dovette decretarne la sospensione.
Oggi alla ricorrenza intervengono fedeli provenienti da Barengo e da Vaprio d'Agogna, oltre che da Momo, con i rispettivi sindaci.
Chi si avvicina all'Oratorio della Santissima Trinità provenendo dall'attuale SP229 vede per prima cosa la cinquecentesca cappellina addossata al muro esterno dell'abside, ritraente la Madonna del presepio, inginocchiata in adorazione del Bambino Gesù (opera della bottega dei Cagnola). Sulla parete sud, possiamo ammirare affreschi devozionali risalenti alla fine del XV secolo: San Grato, Sant’Antonio Abate, San Giulio di Orta, San Cristoforo e la Pietà.
Prezioso e ampio è l’interno scandito da quattro campate, di cui una sopraelevata che costituisce il presbiterio.
Di notevole pregio sono gli innumerevoli affreschi che decorano l’edificio religioso, nel 1520 l’interno fu coperto da un programma decorativo da parte dei fratelli Sperindio e Francesco Cagnola. Il risultato fu una Bibbia iconografica, secondo quanto predicava San Gregorio Magno: “l’immagine è la scrittura degli analfabeti”. Il ciclo pittorico inizia nella zona absidale ove è visibile la Trinità entro la mandorla sorretta da angeli. Al di sotto le figure degli Apostoli, con alla base le Opere della Misericordia. Lungo le pareti si susseguono scene della vita di Cristo. Conclude il ciclo il Grande Giudizio Universale.
A sud di Novara, inoltre, questa strada scende attraverso Mortara e la Lomellina, per raggiungere la Liguria.
Gli statuti del XIII secolo chiamano questo itinerario col nome di Via Francisca, ossia strada di Francia, mentre il notaio e cronista novarese Pietro Azario nella seconda metà del Trecento lo chiama Camino Francischo: era infatti uno dei percorsi che dalla pianura padana permettevano di raggiungere i passi alpini e di portarsi nelle terre del regno di Francia.
L'itinerario era già un importante e frequentato in età antica, come dimostrano le numerose testimonianze di epoca romana costituite da un gruppo di cippi e di are provenienti dall'area di San Genesio a Suno.
L'origine dell'Oratorio della Santissima Trinità, secondo le indagini degli storici dell'architettura, si colloca verso la metà del XI secolo e si suppone legata alla necessità di offrire un punto di sosta e di assistenza a chi percorreva la Via Francisca come viandante, mercante o pellegrino. Con la datazione proposta si accorda anche quanto si sa della diffusione del culto alla Santissima Trinità, che fu promosso soprattutto a partire dai secoli X e XI per opera dei monaci benedettini di Cluny; a questo proposito, si ricorda che a breve distanza da qui, nelle vicinanze di Cavaglietto, fu istituito verso il 1090 il monastero femminile delle benedettine cluniacensi, dipendenti dal priore del monastero di Castelletto Cervo nel Biellese. Del primitivo Oratorio, probabilmente ad una sola navata, rimangono alcune parti murarie nell'abside e il fusto del massiccio campanile, forse utilizzato in passato anche come torre di avvistamento.
La prima menzione dell'Oratorio in documenti scritti è piuttosto tardiva: lo si trova citato come possessore di bene fondiari nel 1347. Nel corso del XV secolo l'edificio fu sottoposto a interventi che portarono alla costruzione di due archi trasversi ogivali interni che suddividono l'unica navata in tre campate. Agli inizi del '500 fu invece edificata la piccola cappella aperta, rivolta verso la Via Francisca in moda da essere visibile anche da chi percorreva la strada.
Varie testimonianze informano del grande richiamo che aveva in passato la festa annuale della Santissima Trinità, celebrata nella domenica successiva alla Pentecoste.
La partecipazione di persone provenienti da tutti i paesi dei dintorni, la presenza di venditori ambulanti di tessuti, attrezzi da lavoro e animali da cortile, con l'immancabile allestimento di mescite di vino, poteva anche essere motivo per qualche disordine, come accadde nel 1768 quando il vescovo Marc'Aurelio Balbis Bertone dovette decretarne la sospensione.
Oggi alla ricorrenza intervengono fedeli provenienti da Barengo e da Vaprio d'Agogna, oltre che da Momo, con i rispettivi sindaci.
Chi si avvicina all'Oratorio della Santissima Trinità provenendo dall'attuale SP229 vede per prima cosa la cinquecentesca cappellina addossata al muro esterno dell'abside, ritraente la Madonna del presepio, inginocchiata in adorazione del Bambino Gesù (opera della bottega dei Cagnola). Sulla parete sud, possiamo ammirare affreschi devozionali risalenti alla fine del XV secolo: San Grato, Sant’Antonio Abate, San Giulio di Orta, San Cristoforo e la Pietà.
Prezioso e ampio è l’interno scandito da quattro campate, di cui una sopraelevata che costituisce il presbiterio.
Di notevole pregio sono gli innumerevoli affreschi che decorano l’edificio religioso, nel 1520 l’interno fu coperto da un programma decorativo da parte dei fratelli Sperindio e Francesco Cagnola. Il risultato fu una Bibbia iconografica, secondo quanto predicava San Gregorio Magno: “l’immagine è la scrittura degli analfabeti”. Il ciclo pittorico inizia nella zona absidale ove è visibile la Trinità entro la mandorla sorretta da angeli. Al di sotto le figure degli Apostoli, con alla base le Opere della Misericordia. Lungo le pareti si susseguono scene della vita di Cristo. Conclude il ciclo il Grande Giudizio Universale.